A fine 2017, il mercato del Cloud Computing – comprensivo della spesa sostenuta per realizzare architetture di tipo Private – è cresciuto del 21,7%, superando Il 2.214 milioni di euro. La crescita è stata sostenuta da investimenti ormai trasversali a tutte le aziende (Fig.18).
Figura 18: Il mercato italiano del Cloud Computing per modello e servizio
Valori in milioni di euro Fonte: NetConsulting cube, 2018
Crescono più velocemente i servizi di Public Cloud (+32% rispetto al 2016) e di Hybrid Cloud (+26,1%). Ad ogni modo, è sulle architetture di Hybrid Cloud che si concentra la maggior quota di spesa sostenuta dalle aziende (40% nel 2017, in aumento rispetto al biennio precedente).
La struttura del mercato fa capire come l’approccio delle aziende verso il Cloud sia selettivo: non c’è un modello prevalente. Public Cloud e Private/Virtual Private Cloud vengono adottati a seconda degli ambiti IT da gestire e sono sempre più combinati tra loro e con le risorse IT on premise.
In termini di tipologia di servizio utilizzato, prevalgono i servizi IaaS di gestione infrastrutturale, che rappresentano spesso il punto di partenza di strategie Cloud più ampie, il cui valore di mercato, nel 2017, ha rappresentato il 52% circa del mercato complessivo, in lieve consolidamento rispetto al biennio 2015-2016.
L’adozione di servizi IaaS riguarda più frequentemente l’acquisizione di capacità computazionale - per far fronte a eventuali picchi di lavoro o ad attività di sviluppo e test - e l’utilizzo di funzionalità di storage, archiviazione/back-up, non solo finalizzate al disaster recovery ma anche come fattore abilitante di raccolta e analisi dei dati, come ad esempio quelli derivanti da IoT. La penetrazione di servizi IaaS appare ad oggi particolarmente rilevante tra le aziende dei settori Utility, Distribuzione e Servizi e in prospettiva è prevista aumentare tra le realtà industriali e finanziarie.
Seguono a breve distanza i servizi SaaS, con un peso sul mercato complessivo pari, nel 2017, al 43% circa, in lieve incremento rispetto al biennio precedente. L‘incidenza del SaaS è significativa in tutti i comparti settoriali e in relazione ad ambiti applicativi tattici (Office Automation e Collaboration), che rappresentano in assoluto i primi ambiti di adozione di servizi di Cloud applicativo. L’utilizzo del SaaS appare in crescita relativamente anche alle soluzioni che rispondono a esigenze puntuali (CRM, Business Intelligence/Business Analytics, HR Management) o, comunque, riconducibili alle principali piattaforme digitali (Mobile, IoT).
In questo caso, le aziende più attive si collocano nei settori Industria, Telecomunicazioni, Distribuzione e Servizi. Nell’immediato futuro il SaaS verrà utilizzato in misura crescente dalle aziende industriali anche per gli applicativi aziendali più strategici, come ad esempio ERP e gestionali, visto che si vanno attenuando i timori relativi all’esigenza di collocare dati gestionali su infrastrutture esterne. Inoltre, l’adozione di soluzioni ERP e gestionali in SaaS rende comunque possibile la loro personalizzazione e parametrizzazione, esigenza particolarmente sentita dalle realtà aziendali per le componenti di front-end delle piattaforme. Rimangono, comunque, alcuni ostacoli tra i quali uno dei più avvertiti è la non capillare diffusione della rete a banda larga, tema sentito in particolare dalle aziende manifatturiere localizzate in posizioni decentrate rispetto ai grandi centri urbani.
La selettività delle aziende italiane relativamente ai modelli e servizi Cloud pone le condizioni, come già avviene a livello mondiale, per la nascita di strategie multicloud, basate su una forte selezione non solo di architetture e servizi ma anche di fornitori. Secondo le strategie multicloud, le aziende scelgono diversi Cloud Provider e diverse logiche di gestione tra ambiti IT diversi e anche all’interno degli stessi ambiti a seconda delle componenti e risorse in gioco. È una strategia che offre indipendenza dai fornitori perché permette di ricorrere a più provider minimizzando il rischio di lock in, che non richiede un’orchestrazione complessa tra i vari servizi in uso e che supporta la dinamicità in quanto le scelte aziendali dipendono dai carichi di lavoro, dalle performance e dai prezzi di volta in volta richiesti. Non è, tuttavia, esente da una serie di criticità. Innanzitutto, la necessità per le aziende di gestire più provider comporta un aumento della contrattualistica. La mancanza di orchestrazione impone una forte attenzione sulla governance e sugli aspetti di sicurezza. Non consente il raggiungimento di economie di scala rilevanti. Infine, avere così tante alternative e possibili scelte può portare a troppa responsabilità su chi deve scegliere, a troppa ansia e ad aspettative troppo elevate e, di conseguenza, in alcuni casi, a decisioni sbagliate o a un sostanziale blocco nelle decisioni. L’affermarsi di strategie multicloud renderà, quindi, sempre più necessaria la disponibilità di competenze Cloud e la creazione di team interni focalizzati sul Cloud e in grado di gestire aspetti contrattuali, di mercato e operativi.