Il mercato digitale della Sanità ha proseguito il trend positivo. Nel 2017 ha raggiunto quota 1,5 miliardi di euro, in lieve crescita rispetto al 2016 (+1,2%). La dinamica consegue alla stabilità dei budget delle Aziende Ospedaliere e delle altre strutture sanitarie territoriali e a una crescita della spesa ICT destinata al settore sanitario da parte degli Enti regionali.
Nel settore pubblico è la Sanità a investire nel digitale: FSE ed efficientamento.
Tuttavia l’impegno di spesa non è ancora sufficiente a colmare il ritardo complessivo nella digitalizzazione del settore. Ad esempio, come evidenzia Federsanità, “i gestionali delle cure primarie (che gestiscono tra l’altro la Scheda Sanitaria Individuale) sono presenti nella quasi totalità degli studi di Medicina Generale e dei Pediatri, ma non sono integrati con i sistemi informativi degli ospedali e del territorio, nei quali la diffusione della cartella clinica elettronica è ancora molto ridotta. In entrambi gli ambiti esiste inoltre una notevole eterogeneità delle soluzioni informatiche presenti.”
Per quanto riguarda l’attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (collettore di dati e documenti digitali sanitari e socio-sanitari dell’assistito) nel primo trimestre 2018 risultano:
- 17 Regioni attive (ovvero Regioni in cui è attivo almeno un FSE);
- oltre 11 milioni di FSE realizzati nel complesso (numero di cittadini che ha fornito il proprio consenso all’alimentazione del FSE personale);
- una percentuale di assistiti che ha attivato il servizio pari al 25%.
Figura 41: Lo stato di attuazione del FSE nelle Regioni italiane

Fonte: AgID, 2018
L’obiettivo 2020 è l’attivazione del FSE in 20 Regioni per il 70% di cittadini. Dal punto di vista tecnico, sono 11 le Regioni che hanno effettuato positivamente i test di interoperabilità con la piattaforma centrale, dove la percentuale di servizi FSE realizzati oscilla tra il 90 e il 100% (Fig.41).
Figura 42: Il ruolo dei Digital Enabler nella Digital Transformation della Sanità

Fonte: NetConsulting cube, 2018
Le politiche di investimento sono indirizzate alla razionalizzazione e all’efficientamento dell’intero sistema Sanità, e si traducono in azioni di centralizzazione regionale dei processi amministrativi, delle politiche di procurement e di gestione del personale, seguite dall’omogeneizzazione di alcuni processi sanitari, come il CUP, il pronto soccorso e la cartella clinica. In evoluzione, ciò si tradurrà in processi trasversali e comuni alle varie strutture sanitarie territoriali, gestiti da applicativi comuni o tra loro integrati attraverso la cooperazione applicativa. Coerentemente, si stanno definendo le linee guida di razionalizzazione delle infrastrutture tecnologiche, con probabile concentrazione dei Datacenter su piattaforme regionali, dalle quali saranno erogati i servizi alle aziende sanitarie territoriali. Accanto alla riorganizzazione della Sanità regionale, i principali progetti in corso riguardano la revisione delle strutture ospedaliere nella logica della prossimità e della sanità territoriale, e un’evoluzione dei processi di presa in carico dei pazienti (PDTA), in particolare di quelli cronici.
I paradigmi tecnologici che nel comparto Sanità abilitano le logiche di prossimità e di assistenza territoriale afferiscono all’IoT e ai Wearable declinati nei servizi di teleassistenza e telemedicina, che rappresentano i driver principali nel processo di trasformazione digitale. Aumentano le sperimentazioni con dispositivi connessi e indossabili per migliorare le cure dei degenti sia all’interno delle strutture ospedaliere sia per velocizzare i tempi di recupero a casa del paziente, attraverso un costante monitoraggio delle condizioni e dei parametri vitali da remoto. Strettamente correlato all’accezione di Sanità in Rete così descritta e abilitata dall’IoT, è il tema della Security del dato, esigenza particolarmente sentita e tema all’attenzione delle aziende del comparto anche alla luce dei dettami derivanti dalle politiche GDPR in tema Data Privacy.
In Sanità crescono anche le applicazioni delle tecnologie di Intelligenza Artificiale, come conseguenza dell’enorme quantità di dati medici a disposizione da più fonti: ricerca scientifica, registri clinici dei medici di base, cartelle cliniche ospedaliere, referti di visite specialistiche, esami di laboratorio. La novità rispetto al passato non è tanto la quantità di dati sanitari oggi disponibili, pur restando i Big Data e soprattutto gli Open Data e la loro gestione un tema cruciale, quanto la possibilità di riuscire a reperire, integrare, aggiornare e conservare tutte le informazioni in modo da poterle elaborare per la salute della popolazione.
Le soluzioni software e i dispositivi medici che implementano tecniche di Artificial Intelligence sono sempre più presenti in medicina: la loro applicazione può consentire una maggiore personalizzazione nella cura degli individui - e infatti la loro combinazione con un enorme patrimonio di dati permette di parlare di medicina di precisione e personalizzata – e anche importanti attività diagnostiche e preventive. Questo sempre nel rispetto del ruolo del medico, per ragioni oggettive, etiche e di responsabilità del referto e delle prescrizioni. La strategicità del tema è anche comprovata dalla crescente esigenza delle aziende sanitarie di dotarsi di data scientist con competenze specifiche, in particolare nella ricerca, nella gestione e nell’elaborazione dei dati.
Nei prossimi anni l’utilizzo di tecnologie basate su sensori, applicazioni mobili, messaggistica testuale, videoconsulto abiliterà servizi di assistenza sanitaria da remoto. Assistenti medici virtuali che consentono al paziente di condividere prima di una visita i dati relativi all’anamnesi o a esiti di esami diagnostici permetterebbero di ridurre tempi e costi delle visite. L’utilizzo di Wearable, consentirà di monitorare parametri vitali o di raccogliere dati e informazioni sullo stato di salute del paziente.
Nel nostro Paese resta il nodo dell’Anagrafe Assisiti e della necessità di utilizzare a fondo la tecnologia e i dati per capire come meglio risolvere le sfide che la Sanità del futuro impone: aumento dei costi sanitari, carenza di medici e invecchiamento della popolazione, temi che se non affrontati renderanno il modello di assistenza sanitaria tradizionale insostenibile.