Il concetto di Open Data, o meglio di Open Government Data, è strettamente correlato a quelli di interoperabilità e di API Economy. Con essi può tradursi in applicazioni volte a efficientare servizi tradizionali e crearne di nuovi, a sviluppare nuovi modelli di business e a generare innovazione diffusa.
Grandi volumi di dati, grandi capacità di leggerli e utilizzarli
Nel corso degli anni molti paesi, inclusa l’Italia, si sono adoperati per avviare politiche per il rilascio e l’armonizzazione dei dati pubblicati. Tra le best practice internazionali spicca quella del Governo USA, che ha reso pubblici, fruibili e riutilizzabili tutti i dati governativi a disposizione (da quelli climatici a quelli sulla criminalità), attuando una politica di Open Data per lo US Census Bureau, l’istituto censuario nazionale. Quest’ultimo è oggi la principale fonte di Open Data in America e consente a privati e enti pubblici di qualificare ed estendere servizi di pubblica utilità e nuovi servizi commerciali, rendendo disponibile per qualsiasi tipologia di utente le informazioni rilasciate. Il progetto è frutto di una stretta collaborazione pubblico-privato, che pone al centro il cittadino e il consumatore. Anche lo European Union Open Data Portal, che raccoglie i dati raccolti e pubblicati a livello istituzionale da tutti i paesi EU28, è annoverato tra i casi di successo delle policy di Open Data.
Il Regno Unito è tra i paesi considerati trend setter in Europa nelle politiche per il rilascio e il riuso di dati pubblici. Ha adottato una politica di open government di ampio respiro in cui rientra anche l’Open Banking Framework avviato dal Ministero del Tesoro con l’intento di dare impulso all’open innovation nel comparto bancario a supporto dello sviluppo delle fintech (aziende con offerte tecnologiche innovative in ambito finanziario) e in recepimento della Direttiva Europea PSD2. Rispetto ai paesi EU28, l’Italia si posiziona fra i follower, non avendo ancora integrato appieno gli Open Data nelle politiche pubbliche (Fig. 2 e Fig. 3).
Secondo lo studio Open Data Maturity Model in Europe della Commissione Europea, tra il 2016 e il 2020 il mercato degli Open Data nell’Eurozona raggiungerà il valore di 325 miliardi di euro. L’Italia ha ancora molta strada da fare: sebbene presenti alcune best practice di valore, manca ancora una politica organica e strutturata al riguardo.
Figura 3 - Open Data, lo stato dell’Arte in Italia

Figura 3: Open Data, lo stato dell’Arte in Italia Fonte: NetConsulting cube su Open Data Maturity Model in Europe 2016, 2017
Fonte: NetConsulting cube su Open Data Maturity Model in Europe 2016, 2017