Anche l’ambiente di lavoro deve diventare “full digital”.
La tendenza è a creare un “digital workplace” al quale ciascun dipendente può accedere e trovare tutti i servizi e le applicazioni per la sua attività lavorativa: strumenti di collaboration, videoconferenze e, in evoluzione, anche chatbot concepite per risolvere rapidamente eventuali problemi o fornire risposte in tempi rapidi (ad esempio nei servizi di customer care). Un ambiente di lavoro digital può essere supportato dal BYOD, a condizione che vengano prese le opportune cautele in termini di sicurezza.
L’approccio alla condivisione, alla collaborazione e alla trasparenza è favorito sempre più spesso anche dal layout fisico degli spazi di lavoro (Fig. 11):
- ambienti open space;
- aree creative/thinking room volte a migliorare il clima interno, spesso progettate e implementate sfruttando soprattutto competenze e creatività interne, senza dover sostenere particolari investimenti;
- più sale “progetto”, ossia luoghi dove i team possono interagire e collaborare;
- meno scrivanie assegnate ai singoli e spazi open che i dipendenti possono occupare a rotazione.
Forme complete di Smart Working, inteso come possibilità di lavorare dal luogo più comodo per il dipendente, non sono ancora diffuse. Sono state fatte sperimentazioni/progetti pilota per parte dei dipendenti e che prevedono il lavoro da remoto per alcuni giorni al mese. Si tratta ancora di assaggi, che però sottendono l’obiettivo di estendere la possibilità di lavorare da remoto a tutti i dipendenti e a tempo pieno. Oltre che il personale d’ufficio e i commerciali, il diverso modo di lavorare riguarda anche i cosiddetti operatori di campo. I Digital Enabler come Mobile, IoT, Big Data stanno cambiando il modo di operare in campo. Il settore Energy offre esempi evidente dell’impatto delle tecnologie digitali sull’intera filiera, dalle sedi periferiche a quelle centrali:
- dati, informazioni e workflow completamente digitalizzati;
- lavoratori di tutte le sedi dotati di dispositivi mobili;
- dati sul campo, sensori negli ambiti del dispacciamento, sistemi cartografici, rete georeferenziata, documentazione normativa e d’impianto accessibile ovunque sono tutte fonti di dati che, attraverso gli Analytics, consentono di fare manutenzione preventiva, disporre di cruscotti in real time di supporto alle decisioni di intervento, analizzare i rischi operativi;
- utilizzo di wearables, che consentirà di migliorare e ottimizzare le attività in field.
- ricorso ai droni, che qualora vengano superati alcuni vincoli normativi, potranno rivoluzionare le attività di monitoraggio di reti anche molto estese.
Tutto questo porta a una ottimizzazione della gestione del lavoro: programmazione degli interventi interventi sul territorio più efficiente, miglioramento della work life balance delle persone sul campo.