Strategia e budget.
Tradizionalmente l’IT ha assolto soprattutto il compito di automatizzare lavori fisici e compiti transazionali. I progressi dei sistemi di analisi dei dati, la disponibilità di potenza di calcolo a basso costo, la capacità delle macchine e delle interfacce, hanno cambiato molte cose. Non solo perché l’IT si è diffuso a molti altri ambiti, ma perché il mondo reale è sempre più online, e questo avviene in misura crescente tramite oggetti, dispositivi e macchine che aumentano la nostra comprensione e il nostro controllo. Questo nuovo strato di intelligenza aumenta la capacità di chi lavora, permette di automatizzare processi, incorpora le macchine nella vita di tutti i giorni e dà ai consumatori nuove capacità.
Si tratta di una grandissima opportunità, che permetterà alle imprese di agire e reagire più velocemente. Come hanno suggerito i partecipanti al Focus Group, finora le aziende hanno avuto un approccio frammentario all’automazione e all’intelligenza artificiale. Nel settore industriale, l’automazione rileva solo iniziative di nicchia, che però stanno trasformando e rivoluzionando la fabbrica in ottica 4.0. Nei servizi, l’intelligenza artificiale ha trovato applicazione in esperimenti di automazione dell’interazione con il cliente finale, come chat e meccanismi d’interazione verbale evoluta.
Trattandosi di progetti con grande impatto sull’organizzazione, i progetti di IoT e intelligenza artificiale rientrano in una strategia complessiva di Trasformazione Digitale condivisa a tutti i livelli dell’organizzazione, a partire dal CEO e dalla direzione generale, che devono per primi affrontare un importante processo di trasformazione culturale.
I progetti in materia sono economicamente impegnativi già in fase di progetto pilota. L’IT vi partecipa con una componente rilevante del proprio budget, cui si aggiungono le componenti di budget delle altre funzioni direttamente coinvolte nei progetti. Tra i partecipanti al Focus Group, vi è diffusa consapevolezza che “spendere bene” sia un fattore da tenere in considerazione anche nell’individuazione delle modalità di finanziamento dei progetti di IoT.
Organizzazione.
La conduzione dei progetti di IoT è affidata a comitati interfunzionali che ne definiscono le linee guida e le strategie, a gruppi di lavoro interfunzionali che ne assicurano il deployment e a figure verticali specializzate, capaci di apportare innovazioni di processo o tecnologiche.
Ai gruppi di lavoro interfunzionali partecipano risorse provenienti dall’IT, dal Business e dalla Ricerca e Sviluppo, in un interscambio continuo di dati, persone e competenze. I meeting di aggiornamento sono periodici e in alcuni casi, evolvono e si trasformano in veri e propri meeting strategici. La presenza dei CIO a questo genere di incontri è sempre richiesta per il know-how tecnologico di cui sono depositari. L’IoT, l’automazione e l’intelligenza artificiale sono gli elementi costitutivi di un trend che cambierà la natura del lavoro di moltissime persone e che, per questo, richiederà misure di riallocazione delle risorse. Come rilevato dai partecipanti al Focus Group, l’introduzione dell’automazione in azienda solleva infatti il tema del reskilling di figure già oggi considerate obsolete o che lo diventeranno a breve. Ruolo IT. Il ruolo dell’IT e del CIO è sempre cardine in tutti i progetti di automazione, IoT e intelligenza artificiale: è la conseguenza diretta del bagaglio di conoscenze tecnologiche e di processo che il direttore dei sistemi informativi possiede.
Tra i temi più delicati sul tavolo dei CIO che hanno partecipato al Focus Group sull’IoT, c’è l’interoperabilità tra tecnologie di Information Tecnology (IT) e di Operation Technology (OT). Il tema fa riferimento, in particolare, alla gestione di grandi volumi di dati di tipo “non IT” generati dai tanti dispositivi in uso. Le fasi operative di integrazione tra diverse tecnologie, come il running, le operation e la messa a terra, dipendono molto più che in passato da essa. I partner di outsourcing devono dimostrare di poter gestire le richieste di interrogazioni su enormi moli di dati. In caso contrario, il problema viene risolto rivolgendosi a fornitori esteri, in possesso delle necessarie capacità e competenze di esecuzione.
Fornitori.
L’Internet of Things estende all’infinito le possibilità di applicazione dell’IT e il numero potenziale dei partner esterni da coinvolgere, che per ciascun progetto di IoT può diventare particolarmente numeroso. Oltre ai tradizionali big player tecnologici e della consulenza, un ruolo rilevante è assunto dai fornitori di telecomunicazioni per la connettività delle reti, da alcuni fornitori specializzati e di nicchia per la loro expertise sui temi verticali specifici come ad esempio la Cybersecurity, e dalle università e dagli istituti di ricerca nelle fasi preliminari di progetto.
Sensori, dispositivi connessi, rete dati, soluzioni per l’IoT Management, database in memory, strumenti di business e visual analytics, data mining e business intelligence sono le principali tecnologie coinvolte dai progetti IoT. Per realizzarsi appieno, l’IoT richiede che tecnologie, applicazioni e standard continuino a evolvere, con minori costi di adozione e meccanismi di analisi dei dati più robusti. Proprio il Cloud Computing può abilitare la creazione di un framework dove riconnettere partner, vendor e competitor all’interno di un ecosistema complesso; un ecosistema che crei integrazione e comunicazione tra diversi sistemi, sinergie e partnership con altri produttori, una realtà che alcuni partecipanti al Focus Group stanno pensando di sviluppare nel medio periodo.
CITAZIONI DAL FOCUS GROUP IOT
Percezione in azienda
- "L’IT della Trasformazione Digitale e l’IoT sono al cuore del piano industriale.”
Impatto
- “Avere l’IoT e la geolocalizzazione a bordo delle macchine, ci fa capire quali sono i nostri clienti finali, e offrire un’estensione della garanzia a un costo contenuto.”
Valorizzazione dei dati
- “Di dati ne abbiamo, ma non li stiamo utilizzando al meglio, soprattutto se raccolti da oggetti connessi. Il dato grezzo, non basta per fare business.”
Le criticità
- “Vediamo il lock-in come rischio principale. Guardiamo l’insourcing delle competenze chiave.”
Change Management
- “Ci siamo fatti un po’ sorprendere. Serve fin dall’inizio più attenzione al cambiamento.”
Ecosistema condiviso
- “Stiamo facendo una campagna di sensibilizzazione sui processi di Trasformazione Digitale estesa al nostro indotto. Ci sono PMI per noi fondamentali, che dobbiamo aiutare in questo passaggio.”
What’s next
- “Stiamo sperimentando chatbot per l’assistenza al cliente, ma ci chiediamo anche che impatti avranno sul fronte dell’impiego”.
- “Se vogliamo introdurre una “seamless experience” per i clienti dobbiamo far parlare tecnologie diverse. Servono più standard e più interoperabilità, e anche un vocabolario tecnologico e condiviso”