Da funzione di staff a broker dell’innovazione
Grazie a questi progetti, il ruolo del CIO e dell’IT delle organizzazioni rappresentate nei Focus Group si è modificato anche in maniera profonda, sia con riguardo alle attività svolte che al posizionamento in azienda. Quanto alle attività, per molti dei partecipanti coinvolti, ciò che in passato costituiva il cuore delle attività operative e dei servizi appannaggio dell’IT aziendale è diventato automatizzabile, esternalizzabile o accessibile attraverso nuove modalità di erogazione. Al contrario diventano sempre più importanti le attività come la demand analysis, lo scouting delle nuove applicazioni e la valutazione della possibilità di integrazione con l’esistente, la pianificazione dei bisogni delle funzioni di business. Monitoraggio e controllo dei costi e capacità di gestione operativa e di controllo dei progetti sono altrettanto fondamentali. Anche la gestione del portafoglio applicativo si modifica: per girare in Cloud le soluzioni devono essere standard, così come la necessità di poter scalare macchine a livello orizzontale porta a sviluppare software in maniera diversa, o a non sviluppare per nulla, scegliendo soluzioni a catalogo.
Tutto questo si traduce in una completa riformulazione del ruolo del CIO, già avvenuta nell’ultimo paio d’anni per la quasi totalità dei CIO partecipanti; un ruolo che ormai si avvicina a quello di “broker di servizi”. Come dichiarato da uno dei partecipanti ai Focus Group, il ruolo della Funzione IT può essere paragonato alla tipologia di “azienda cacciavite”, che sempre più utilizza e condivide funzioni di terze parti. Le competenze di gestione si combinano con le competenze tecnologiche, che restano comunque prioritarie. Vi sono nuove iniziative in cui la competenza tecnologica del CIO e della Funzione IT è indispensabile, proprio perché prodotti e servizi nascono con una componente digitale ormai embedded, come nello sviluppo di prodotti connessi o di servizi digitali. È il caso dell’Internet of Things o dei Big Data, e di tutte quelle tecnologie di frontiera o acceleratori d’innovazione, come l’Intelligenza Artificiale, che non possono prescindere dalla presenza dell’IT, dall’integrazione con i sistemi aziendali, alla consulenza tecnologica. Attività che fanno del CIO sempre meno il Chief di una funzione di staff, e sempre più un partecipante attivo dell’innovazione del business aziendale.
Cybersecurity: proteggere il nuovo perimetro e creare consapevolezza
La maggioranza dei partecipanti ai Focus Group vede nella Cybersecurity un elemento ormai imprescindibile per la salvaguardia di un perimetro aziendale sempre più esteso e fluido, grazie all’utilizzo di servizi di Cloud Computing, dove sempre maggiore criticità viene ricoperta sia dai dispositivi mobili consumer, smartphone e tablet in dotazione alle risorse umane, sia da tutti i dispositivi connessi in ottica M2M.
A causa della pervasività della tecnologia nella struttura organizzativa, o per la crescente attenzione mediatica degli effetti causati dagli attacchi informatici, le iniziative di Cybersecurity vedono i Chief Executive Officer e Amministratori Delegati sempre più direttamente coinvolti come principali stakeholder nella loro gestione. Similmente alla Mobility la Cybersecurity ricopre un ruolo di practice aziendale diffusa in tutte te le funzioni, prevista by design in tutti i nuovi progetti d’innovazione digitale. È prassi diffusa stanziare un budget dedicato per la Sicurezza, che può essere parte della Spesa IT annuale, con finanziamenti extra richiesti direttamente alla Direzione Generale, ove necessario. Come nelle aziende rappresentate nei Focus Group, si diffonde la tendenza a riservare alla Cybersecurity risorse e team dedicati, a volte anche indipendenti dalla Funzione IT stessa; team che, oltre a gestire la sicurezza, promuovono in autonomia campagne di sensibilizzazione degli utenti sui rischi associati alle attività e intervengono fin dall’inizio nella messa in sicurezza di tutti i nuovi progetti. Proprio perché gli attacchi informatici sono a volte più rapidi a cambiare dell’innovazione stessa.
Cloud Computing: sfruttarlo come abilitatore di rapidità e flessibilità
Il Cloud Computing, con i suoi tre modelli di servizio SaaS, IaaS e PaaS, rappresenta la leva principale della Funzione IT per rispondere alle crescenti esigenze di flessibilità e rapidità. Nei Focus Group è evocato come “asse portante per velocizzare trasformazione e cambiamento”. L’introduzione di soluzioni SasS consente ai CIO e alla Funzione IT di concentrarsi sull’analisi dei bisogni delle funzioni business e sull’adozione delle componenti tecnologiche più innovative, facendo passare in secondo piano attività come la gestione delle facility, la gestione manutenzione e aggiornamento del parco applicativo e lo sviluppo su piattaforme tradizionali. I progetti in ambito IaaS e PaaS indirizzano obiettivi di riduzione dei costi operativi e di maggiore flessibilità, grazie alla possibilità di scalare con rapidità in termini di memoria e capacità di calcolo. Proprio queste caratteristiche rendono le piattaforme Cloud molto appetibili per le fasi di sperimentazione, prototipazione e sviluppo di nuove tecnologie in azienda, come per le soluzioni di Big Data e Analytics. Il CIO resta il principale owner dei progetti di Cloud Computing se non esclusivo finanziatore. Per tutti i progetti che coinvolgono il SaaS, il CIO decide tra migrazione su piattaforme Cloud o mantenimento di architetture “on premise” in base alle tipologie di esigenze indirizzate, mentre l’organizzazione è indifferente alla scelta del mezzo di erogazione del servizio. Nei casi in cui l’impatto sui sistemi infrastrutturali e sulle soluzioni applicative è più profondo o pervasivo, CEO e Top Management sono coinvolti nelle fasi di definizione del progetto e per lo stanziamento di budget dedicato.
Mobility: svilupparla come leva di collaboration e customer experience
I progetti in ambito Mobility descritti - sia per il miglioramento della User Experience e della Collaboration, sia sul versante rivolto al cliente finale - sono ormai diffusi a livello aziendale in maniera pervasiva, dal Marketing e Vendite fino alle Operation. Dalle risposte fornite dai partecipanti, i tempi appaiono anche maturi per la creazione di team con competenze dedicate in seno alla Funzione IT nel breve-medio termine. L’Enterprise Mobility, ad esempio, promuove lo sviluppo di nuovi modi di lavorare, sovente in luoghi diversi dal perimetro aziendale. In tutti i progetti che coinvolgono il mondo Mobile, ma in particolare sul versante Enterprise, l’IT aziendale è finanziatore diretto con il proprio budget annuale, e ne è owner e, a volte, co-owner con le altre funzioni coinvolte in fase di esecuzione.
Big Data, Analytics e Internet of Things alla base dell’innovazione nel business
Per i partecipanti ai Focus Group, le principali direttrici d’investimento in tecnologie Big Data e Analytics e in IoT – e in iniziative “di frontiera” di Cognitive Computing e Intelligenza Artificiale - si focalizzano da lato sull’interfacciamento diretto con la clientela finale, e dall’altro sull’ottimizzazione della Produzione, delle Operation e della filiera di riferimento. Non stupisce quindi che progetti di questa portata, funzionali non solo a risparmiare sui costi ma anche a incrementare il fatturato e ampliare l’offerta con nuovi prodotti e servizi, siano parte di piani industriale e/o di strategie di impresa. In questi progetti, l’IT ricopre frequentemente il ruolo di consulente interno e co-owner dell’esecuzione, gode di un rilevante sostegno finanziario (la funzione IT è ancora unanimemente considerata depositaria del know-how tecnologico dell’organizzazione) e in collaborazione con le Funzioni di Business coinvolte, concorre a definire le attività d’integrazione e di change management organizzativo. I progetti in questo ambito richiedono un elevato coinvolgimento dell’organizzazione. Non solo per il loro ruolo strategico e la loro onerosità, ma anche per evitare risultati fallimentari o molto inferiori alle attese, come testimoniato da uno dei partecipanti al Focus Group Big Data e Analytics.