La crescita registrata dal mercato digitale Italiano nel corso del 2016 sarà confermata e ulteriormente rafforzata tra il 2017 e il 2019. Le previsioni mostrano, infatti, tassi di crescita via via più consistenti, a partire dal 2,3% previsto per il 2017 per arrivare al 2,9% del 2019. Il ritmo di crescita previsto appare, quindi, superiore - e in certa misura anticiclico - rispetto all’andamento dell’economia italiana, ancora orientato a una forte stabilità. A partire dal 2015, il divario tra i tassi di sviluppo del mercato e la crescita del PIL nazionale è previsto incrementare in modo significativo fino al 2019, quando lo scostamento arriverà a 1,7 punti percentuali (Fig. 1).
Lo scenario macroeconomico italiano appare fortemente influenzato non solo dal clima di incertezza politica, che si è rafforzato dopo l’esito del referendum costituzionale del 4 Dicembre 2016, ma anche dal persistere di tensioni internazionali, riconducibili in gran parte alle spinte sovraniste e anti-euro. A ciò si sono aggiunte più recentemente la questione Brexit e l’avvicendamento alla presidenza degli Stati Uniti, che avranno impatto sia sullo scenario europeo che su quello italiano. Di conseguenza, una serie di indicatori, a livello sia di imprese che di consumatori, tra il 2016 e l’inizio del 2017, ha mostrato andamenti negativi. La flessione congiunturale ha riguardato, lato imprese, la produzione industriale, in particolare delle costruzioni, il fatturato, gli ordinativi e, lato, consumatori, il reddito disponibile, il potere di acquisto, l’occupazione.
In questo contesto, l’anticiclicità del mercato digitale appare guidata da una serie di fattori che NetConsulting cube ha rilevato, come evidenziato nella Fig. 2, in relazione alle strategie di investimento messe in atto dalle imprese, dall’utenza consumer e dagli Enti Pubblici.
Tra le imprese – soprattutto quelle di mediograndi e grandi dimensioni - permane il focus sulle strategie di Digital Transformation dirette all’innovazione dei processi interni, delle relazioni con clienti e con i principali attori esterni (fornitori, partner, etc.) e delle offerte, sia di prodotto che di servizio. Al di là delle peculiarità settoriali, il Mobile e, in generale, la multicanalità rappresentano i principali driver della trasformazione dei processi interni e delle relazioni con l’esterno, ponendo al centro il cliente e le sue esigenze. Gli strumenti in area Mobile e Social, infatti, stanno rivoluzionando i rapporti con la clientela e i dati prodotti dai canali digitali rappresentano per il Marketing e le Vendite un patrimonio da sfruttare e capitalizzare attraverso i Big Data Analytics. Un forte impatto sugli investimenti digitali nelle aziende industriali deriverà dagli incentivi previsti dal Piano Calenda per l’industria 4.0, pur dovendo considerare un possibile ritardo delle regole attuative. Cloud e Security si confermano invece tematiche maggiormente trasversali e a diretto supporto di ogni progetto di Digital Transformation: il Cloud garantisce velocità, flessibilità ed efficacia del cambiamento; le soluzioni di Sicurezza proteggono l’azienda da una sempre maggiore apertura all’esterno.
L’adozione dei paradigmi digitali di più recente nascita rappresenta pertanto un elemento sempre più strategico per le imprese. Ne è una prova il fatto che i CIO sono sempre più coinvolti nella gestione degli aspetti business e organizzativi. Nelle realtà più illuminate i responsabili dei sistemi informativi siedono, infatti, in comitati direzionali incentrati sulla stretta collaborazione tra figure business e tecniche e, quindi, anche su una commistione di skill forte e che garantisce un maggiore e più efficace orientamento delle soluzioni tecnologiche agli obiettivi aziendali.
In questo quadro non mancano però elementi negativi che possono frenare lo sviluppo futuro del mercato: difficoltà macroeconomiche nei singoli settori e sofferenze finanziarie delle realtà più piccole portano in molti casi a tagli di budget e quindi a un rallentamento degli investimenti. Persiste, inoltre, un forte gap tra piccole e grandi aziende nel livello di digitalizzazione. Per quanto riguarda l’utenza consumer, i dati provenienti da numerose fonti nazionali e internazionali continuano a delineare un quadro improntato alla crescente digitalizzazione di tutti gli aspetti della vita privata dei singoli e in modo abbastanza trasversale alle varie fasce della popolazione. Uso di Internet e delle principali piattaforme di Social networking, penetrazione della banda larga, adozione di dispositivi mobili stanno determinando una significativa trasformazione dei modelli comportamentali: acquisti, utilizzo di servizi, ascolto di musica, fruizione di contenuti di entertainment, per fare solo alcuni esempi, sono sempre più basati su applicazioni digitali/Social e Mobile. In questo ambito la rivoluzione digitale sta procedendo a una velocità significativamente maggiore che nelle aziende, tanto che la necessità di seguire il trend in atto nei consumatori ha spinto le stesse aziende a intraprendere i piani di trasformazione digitale. Il permanere di un buon livello della domanda di tecnologia, unito a un cambio strutturale nei profili comportamentali dei consumatori, ha garantito fino ad ora un buon trend della spesa in tecnologia da parte dell’utenza consumer e con ogni probabilità continuerà a farlo anche nel medio periodo. Ciò sarà comunque influenzato dal trend del contesto macroeconomico che, si spera, si orienterà al miglioramento degli indicatori relativi alle famiglie e al mercato del lavoro, con una conseguente accelerazione dei consumi, compresi quelli relativi alle tecnologie digitali.
Infine, gli Enti pubblici stanno portando avanti una serie di progetti riconducibili alla Strategia per la Crescita Digitale – PagoPA, SPID/Sistema Pubblico di Identità Digitale, Open Data, Fatturazione Elettronica, Fascicolo Sanitario Elettronico – che, pur con tempi di avanzamento più lenti rispetto ai programmi inziali, stanno contribuendo a una progressiva digitalizzazione dei processi interni alla Pubblica Amministrazione. Anche, la Riforma Madia - che, dopo la bocciatura del 2016, ha incassato l’approvazione degli ultimi cinque decreti attuativi - oltre a impatti sui processi degli Enti, potrebbe generare effetti positivi anche a livello di Sistema- Paese. Infine, nel 2017 sarà definito il Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), che dovrà disegnare un quadro organico per l’attuazione dell’Agenda Digitale e definire il relativo Modello Strategico in relazione a infrastrutture materiali e immateriali, nonché alla nascita di una serie di ecosistemi digitali. Resta il fatto che l’impatto della Spending Review sui budget ICT della Pubblica Amministrazione non è ancora chiaro e potrebbe rallentare gli sforzi di ammodernamento.